martedì 19 marzo 2013

Ricordi di Scuola di Giovanni Mosca - Recensione e Commenti


Duplice post sul blog! Evento più unico che raro.

Questo secondo libro che voglio provare a raccontarvi si chiama "Ricordi di scuola", scritto da Giovanni Mosca ed edito dalla Rizzoli (collana editoriale Biblioteca Universale Rizzoli), ristampa del lontano (e bellissimo) 1977.





Un po' di storia prima.
Non esiste solo Maurizio Mosca. Il defunto giornalista e cronista calcistico che è venuto a mancare un paio di anni fa. Esiste anche un altro signore di nome Mosca, Giovanni. Proprio il padre del suddetto Maurizio.

E' la prima volta che mi capita tra le mani un libro così denso di ricordi. Un libro con l'odore tipico delle pagine ingiallite e della nostalgia di chi lo ha scritto.

Correvano gli anni '20. Giovanni Mosca, appena diplomato e fresco di abilitazione magistrale, entra nel mondo delle scuole elementari. Più per necessità che per volontà. Sono gli anni in cui la fame si taglia col coltello. Gli anni che precederanno una delle più sanguinarie guerre e già nel libro, anche se l'argomento trattato è totalmente diverso, si leggono parole che rappresentano una delle ere più oscure della nostra penisola. Ma veniamo al dunque.

Cos'è effettivamente: "Ricordi di Scuola"? Prima ho parlato di nostalgia, ma forse non è la parola più adatta. Chi racconta gli anni dell'insegnamento in questo libro, lo dice lui stesso: «Addio scuola senza rancore nè rimpianti.» Un addio di quelli che ognuno di noi ha toccato (o toccherà) con mani. L'addio a un istituzione totalmente diversa da quella degli anni '20 ma, forse, così intima che resta davvero dentro ognuno di noi. Del resto, chi non ha in mente gli anni passati nelle scuole superiori, alle medie o anche alle elementari? Amici persi nella strada e professori taciturni pronti ad accoltellarti alle spalle? Sono anni d'oro, sempre, l'unica pecca... C'e ne rendiamo conto solo col senno di poi. Ma forse è giusto così...

Il libro si sfoglia più o meno cronologicamente, venendo proiettati dall'ingresso nel mondo della scuola di questo giovane ragazzo appena ventenne, fino ai ricordi di egli stesso, però, nei panni di alunno. Un libro che mi ha colpito prima di tutto per la tenerezza che infonde. Ancora più dell'emozione stessa dei ricordi.
Del resto, cosa ci si può aspettare da Giovanni, piccolo ragazzo appena entrato nel mondo del lavoro e già alle prese con i "boss" della situazione, gli alunni indisciplinati della V C. Cosa ci si può aspettare di trovare in un libro dove già dal primo capitolo, ci rendiamo conto di avere davanti un Professore di quelli di "Via col Vento" (canzone di Claudio Lolli)? Un professore che evitando un'arancia lanciata dal capo dei bulli di una classe e colpendo con la fionda un moscone che ronza in classe, si conquista la simpatia di tutti i ragazzini?


Inizia proprio così questo bellissimo romanzo. In una maniera che all'epoca, e come racconta lo stesso Mosca, era a dir poco scandalosa sotto gli occhi del temibile Direttore e del dormiente Bidello. E il tutto continua con una leggerezza tale, che l'assurdo grigiore dell'istruzione scolastica del primo dopoguerra, viene dipinto di rosa e reso delicato come i fiori che Martinelli porta ogni giorno al giovane maestro.

La prima parte del libro è tutta incentrata sull'esperienza maturata da Mosca durante l'insegnamento, la seconda, invece, viene spostata sui ricordi dello stesso ma, da studente. Gli anni in cui si entrava a Liceo correndo a vedere le tabelle con i risultati dell'esame. Gli anni in cui, con suo figlio nella mano e con sua moglie che aspetta nella macchina, lo accompagna a vedere la commissione della Maturità.


E' un libro che mi è sembrato scritto più che da un professore, da un papà. Da un affettuoso papà che racconta ai suoi figli cos'è la vera vita. Com'era una volta e come appare ora. Facendo confronti mai spietati ma, solo, positivi e accrescitivi. 
No, niente nostalgia in questo libro. Ricordi sì, tanti, ma niente nostalgia. Il passato con il susseguirsi dei giorni diventa ricordo, ma se non viene seppellito nei meandri della mente, e Mosca lo ha evitato benissimo, il passato resta tale. Non si trasforma. E così, riesce a mantenere la sua freschezza. La stessa freschezza che aveva un professore di vent'anni con la camicia bianca semitrasparente e con gli stessi sogni dei suoi alunni.


Un libro per tutti. Per chi ha fatto le monete con la carta stagnola e per chi giocava con i soldatini. Per chi si sorprendeva allo sbocciare di un esile fiorellino e per chi, un maestro così, lo ha conosciuto davvero.

«Addio davvero e per sempre, scuola. Ma qualche cosa m'è rimasto: i francobolli svizzeri di Danieli, le cartucce di Spadoni, e qualche cosa è rimasto a Martinelli, perchè non può essere stato altri che lui  a strapparmelo: il bottone della giacca. E se c'è una cosa che mi dispiace, arrivato a casa, è quella di dovermi levare la macchia di liquirizia dalla guancia.»

Link su --> Zazie.it

10 commenti:

  1. Ciao! Ho appena letto "Ricordi di scuola" nella traduzione polacca, uscita nel lontano anno '58. Il nostro titolo era diverso - "In classe, prego!" ma sempre incoraggiante a tornare con la mente a quei tempi lontani di scuola. Certo, fa un altro effetto su una persona adulta, come me (e ahime') ma la cosa strana e' che avevo trovato questo libro (usato) anni fa e l'ho regalato a mia figlia, una ragazzina allora - ed e' diventato uno dei suoi libri piu' preferiti, forse piu' di HP...

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    1. Ciao e grazie per il commento!

      Non conosco quasi nessuno che abbia letto questo libro, ad eccezione di mio padre. Io ho 20 anni e questo libro l'ho letto un paio di anni fa e si... è tra i miei preferiti!

      Un abbraccio!
      Ludo

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  2. Libro bellissimo, specialmente per me che faccio proprio il maestro elementare. Racconta la scuola di un'epoca terribile per tutti. Il solo libro che mi viene in mente, attuale, è di Leonardo Chiorazzi: "se non fosse per i bambini...in fondo a scuola non si starebbe male", anch'esso amaro ma reale.

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    1. Grazie mille per il commento The9thief.

      Cercherò questo libro che hai citato. La sua bellezza, forse, risiede proprio nella sua rarità!

      Un saluto

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  3. L'ho letto anch'io ai tempi della scuola, nella tua stessa edizione degli anni settanta, e sono tornata oggi su internet a cercarne una recensione per capire se possa essere ancora attuale, da proporre a mio figlio di quarta elementare.

    Col tempo ho apprezzato molto anche un altro autore che ha collaborato a lungo con Mosca nel giornalismo satirico, il grande, lettissimo e tradottissimo (ma bistrattato) Giovannino Guareschi, anche lui sempre fresco e di una sincerità geniale e disarmante.

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    1. Ciao e grazie mille per il commento!

      Ho letto qualcosina di Guareschi e condivido appieno il tuo parere!

      Un saluto e spero che ti possa avere aiutato in qualche modo!

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  4. Ho trovato questo libro abbandonato nel magazzino della scuola dove insegnava e pronto per essere mandato al macero da un dirigente scolastico, poco diligente.Confesso di esserme ne appropriato .... ora fa parte della mia biblioteca ed ogni tanto torno su quelle pagine con estremo piacere.

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  5. Ho trovato questo libro abbandonato nel magazzino della scuola dove insegnava e pronto per essere mandato al macero da un dirigente scolastico, poco diligente.Confesso di esserme ne appropriato .... ora fa parte della mia biblioteca ed ogni tanto torno su quelle pagine con estremo piacere.

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  6. L'ho letto circa 50 anni fa in soli due giorni, mi è piaciuto talmente tanto che ancora oggi lo ricordo quasi tutto a memoria. Avrei tanto voluto esistesse un seguito di questo importante romanzo, la descrizione e le storie dei suoi scolari erano molto coinvolgenti, io mi identificavo in ciascuno di loro, la scuola di inizio anni sessanta, che io ho frequentato, era molto simile a quella descritta nel libro, nonostante qui si parli dei primi anni trenta.

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  7. Ho appena finito di leggere questo meraviglioso libro sconosciuto ai più... Ne comprerò delle copie per farne omaggio ad amici e conoscenti.

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