lunedì 18 marzo 2013

L'albergo delle donne tristi di Marcela Serrano - Recensione e Commenti

Continuiamo con un altro libro appena finito di leggere: "L'albergo delle donne tristi" della scrittrice cilena Marcela Serrano, edizione: Universale Economica Feltrinelli edizione 2010.


«[...]ha realizzato che la patria non è soltanto un paese,che il luogo di appartenenza viscerale va cercato nel contrasto tra la dimora del corpo e la casa dell'anima.»
«Non è più tempo di chiedersi dov'è la patria: ormai ha imparato che la patria è il posto dove non si sente freddo.»

Un libro che su Zazie.it ho etichettato come: "da leggere sul tram o in viaggio". Credo che questo sia il primo tassello per riuscire ad entrare nell'atmosfera del libro, almeno per noi che il Sud cileno lo conosciamo solo per sentito. Prima di iniziare a leggere il libro, infatti, sarebbe bello riuscire a calarsi nei panni di Floreana, donna cilena, con tutto ciò che comporta: apertura della mente a 360°, voglia di conoscere gli usi e i costumi di una popolazione totalmente differente della nostra e soprattutto, tanta voglia di musica. Se infatti, sarebbe opportuno leggere questo libro mentre si è in viaggio ingannando così la nostra mente, sarebbe ancora più bello mettere nello stereo un bel tango, un brano della McKennitt o la Quarta di Brahms (canzoni e melodie citate non a caso...).


Se la metamorfosi riesce, allora si può iniziare a sfogliare le pagine di questa bella avventura tra i mari del Sud e l'odore dell'Oceano. Un'avventura che si snoda tra un piccolo albergo che accoglierà un gruppetto di donne, e tra le colline e le pianure di un mite Cile. Qui, Floreana, la protagonista appassionata di storia e affermata scrittrice, riuscirà a portarci in un territorio che con tutte le sue contraddizioni abbraccerà un gruppo di ragazze alle prese con un passato spesso "macchiato" da uomini e da situazioni sentimentali troppo grandi per essere affrontate da sole. Insieme, con l'aiuto di Elena, proprietaria dell'albergo, affronteranno i fantasmi del passato e le brutte esperienze avute con i mariti o con gli amanti. La realtà femminile soppressa dal travolgente maschilismo, troverà con la forza del gruppo, la volontà e la passione per fare sbocciare nuovamente il seme della sensualità di ogni donna messa con le spalle al muro.

Ma il libro non punta soltanto alla situazione generale che si crea nel piccolo albergo. Anzi, tutta la storia girerà proprio attorno a Floreana e al suo passato, duro e nero più che mai che la porterà ad effettuare delle scelte "estreme", soprattutto, nei confronti del dottore del posto: Flaviàn.

Lontano però dal pensare che si tratta di un romanzo sentimentale, rosa o da leggere dal parrucchiere. Il nome della stessa autrice, attentissima al sociale e alla condizione della donna, dovrebbe anzi suggerire al lettore, che ci si trova di fronte ad una lettura piuttosto forte e impegnata. Importante. Se, infatti, la trama può trarre in inganno e far venire in mente una storia leggera e segnata dai clichè, l'altro lato della medaglia fa scorgere spunti e pensieri più che mai femministi. La storia di una donna che in contatto con un uomo "nuovo" infatti, medico di paese con una separazione alle spalle, punterà su temi come la castità, la figura femminile nell'immaginario maschile e viceversa, la voglia andata persa di amare. L'interrogarsi su cos'è la patria e cos'è l'amore.

Alcune parti, come quella scritta all'inizio di questo commento infatti, fanno capire come il tema centrale sia appunto, la figura della donna e il significato della parola: Amore. Argomenti purtroppo, dati spesso per scontati e che stanno finendo (come l'autrice già notò nel lontano 1997 anno di pubblicazione di questo romanzo) per "annientarsi".


Cos'è l'amore? Cos'è la patria, quella con la "p" minuscola? Perchè la donna si sente in secondo piano rispetto all'uomo e si "autolimita" le proprie possibilità? Come è possibile che nell'immaginario maschile, l'esperienza avuta con una donna, riesca a distruggere il futuro e ad impedire la vita stessa? Sono questi i parametri sui quali ragionare leggendo "L'albergo delle donne tristi". Sono questi i parametri che ogni donna e che ogni uomo dovrebbe porsi quando ci si trova a discutere faccia a faccia.
 In un Cile senza legge sul divorzio, in un angolo sperduto del Sud, tutto il genere femminile viene vestito da Floreana, colpevole ma soprattutto vittima, dell'esser donna. Del non poter essere sé stessa ma solo l'immaginazione ed il concentrato di un terribile passato vissuto da Flaviàn: l'uomo qualunque. E non nel senso di "qualunquista", ma nel senso dell'immaginario maschile che, dopo milioni di anni di convivenza con il sesso opposto, vive ancora facendo di tutta l'erba un fascio e considerando la donna fautrice e carnefice delle proprie debolezze.

Ci sarebbe tanto altro da dire su questo romanzo. C'è tutto il mondo della donna e dell'uomo, tutti i pensieri che un gruppo di donne fanno quando si trovano a discutere, tutte le fantasie più recondite e ardite che la società ci vieta di vivere in serenità. C'è il sesso, quello vero e puro, quello di cui solo le donne possono dirsi padrone. C'è il nostro ritratto e i nostri conflitti. C'è Floreana e Flaviàn. C'è l'uomo e non il sesso opposto, ma solo, la donna. Uniti come dovremmo essere.
Un libro che incarna la realtà e che come nella realtà, non ha nè vincitori e nè vinti. Un libro che mette a confronto noi tutti, uomini e donne, entrambi con i lati positivi e negativi che ci contraddistinguono ma non in senso di: genere, ma in senso di: individui.

...E allora, noi, amori perfetti: in cosa ci trasformeremo l'ultima notte del secolo?

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