venerdì 11 aprile 2014

Teatro Coppola - considerazioni

Stasera, per la seconda volta, sono andato al Teatro Coppola di Catania a vedere uno spettacolo che posso reputare, essere stato abbastanza interessante. L'evento consisteva in un racconto, fatto di quattro "chiacchiere" tra il palco e il pubblico, con la presenza di Paolo Finzi e il suoi ricordi e le sue considerazioni sull'amico Fabrizio de Andrè; il tutto è stato intervallato da alcuni interessanti interventi sonori.


Insomma, nulla da aggiungere, una bella esperienza che presto riporterò in formato foto e video (seppur brevi, e ora vedremo il perchè) sulla mia pagina Facebook e sul mio canale di Youtube
Andiamo a vedere ora, cosa mi ha lasciato perplesso.


Premessa: non muoverò nè critiche nè, tantomeno, giudizi, quello che leggerete è solo una mia opinione altamente... opinionabile. 


La prima volta che sono andato al Teatro Coppola, fu per scoprire un bravissimo cantautore, Alessio Lega, sino ad allora ascoltato solo su internet. Per i non catanesi, sappiate che il Teatro Coppola è un luogo di cultura e spettacoli occupato; cioè, non ha nessun appoggio delle istituzioni ed è interamente autogestito e automantenuto
Come in ogni buon concerto, l'ingresso all'evento era "ad offerta libera" o meglio, "ad ingresso libero con sottoscrizione volontaria". Tale frase sta a significare: "offrite qualcosa per tenere vivo questo bel progetto che rappresenta il Teatro Coppola, a vostra discrezione e solo se volete". 


Insomma, io ed un mio amico ci sporgiamo da dietro le tende che dividono l'ingresso dalla sala per vedere se il concerto fosse già iniziato e ci sentiamo dire, con tanto non molto garbato da una ragazza: "l'ingresso è a sottoscrizione volontaria" che stava a dire, con il suo sguardo e il suo richiamo, "pagate se volete entrare". Almeno questo è stato quello che abbiamo pensato, abbastanza "sconvolti", io e il mio amico.


Stasera invece, conscio di questa storia, arrivo e metto nella cassetta delle "offerte libere" i miei cinque euro e chiedo, dato che ho il pallino di registrare gli spettacoli a cui vado, se fosse stato possibile effettuare una ripresa video da mettere poi, senza scopo di lucro, sul mio canale di Youtube. Al che, dopo la fine della canzone "Dolcenera" di Fabrizio che imperversava da dietro le tende del teatro, una signora che, dal suo atteggiamento non accosterei a suddetta canzone (ironia della sorte fulminami)  mi risponde di no: "non è possibile effettuare riprese video da condividere con il pubblico senza il permesso del nostro ufficio stampa. Se veniamo a scovare un video girato al Coppola su internet, ti veniamo a cercare".

Queste sono state le mie due serate al Teatro Coppola, posto che, malgrado suddetti fatti, personalmente, reputati adatti a tutt'altro luogo fuorché un teatro occupato e dichiaratamente di sinistra (o addirittura, Anarchico), terrò lo stesso nella mia lista di luoghi culturali degni di nota. Che poi io abbia compreso male ciò che per due volte mi è stato detto, che abbia capito male come funziona la gestione di un teatro o uno spettacolo teatrale (scusate la modestia, ma dopo due concerti organizzati anche da me, mi pare difficile) o che si trattava semplicemente di battute, (come credo nel secondo caso) non mi stupirei. Tanto in Italia si è abituati alle "ritrattazioni" o "rettifiche". Fatto sta, che se tutto stesse effettivamente (e per puro caso) come penso io, la cosa mi lascerebbe alquanto perplesso... 



Insomma, sul primo punto avrei preferito maggiore fiducia verso il pubblico e, comunque, coerenza al cento per cento su ciò che vi è scritto nelle locandine pubblicitarie, mentre sul secondo, salto a piè pari. Il vietare una ripresa per uso personale è quanto di più restrittivo e scusatemi, fascista, possa esistere e, aggiungo, l'unico che potrebbe vietare al pubblico una ripresa video o audio, è il "personale" che sta sul palco, non quello che sta dietro.

Ma queste sono solo mie opinioni... 


"Acqua davanti ie ventu d'arreri" dicevano gli antichi siciliani...

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