martedì 23 aprile 2013

La Spiaggia di Cesare Pavese - Recensione e Commenti

Ho letto quasi tutti i libri di Cesare, di prosa e poesia. Fu una scoperta fortuita. Non conoscevo Cesare, a scuola non lo avevamo mai fatto e, a casa, non avevo suoi libri. Poi, a Bologna, il giorno del mio diciannovesimo compleanno, mentre cercavo il coraggio per telefonare ad una certa persona (che poi mi ha tenuto compagnia e reso felicissimo) ho comprato il mio primo libro di Pavese: Il compagno. Da lì è iniziata la mia passione, anzi, la mia duplice passione: da un lato ho scoperto la letteratura Pavesiana, splendida, e dall'altro, la bellissima collana ET dell'Einaudi.

Son passati un po' di mesi da quell'incontro fortuito, e oggi, dopo aver letto altri generi ed altri autori, ho ripreso in mano un libro di Cesare, che, come avete intuito dal titolo, si chiama, La Spiaggia.

La Spiaggia di Cesare Pavese, edito da Mondadori nella sua collana "Oscar". Ristampa numero dieci del 1981.


E' un libro che si legge tutto d'un fiato. Un romanzo breve (uno dei quattro di Cesare: Tra donne sole, La bella Estate e Paesi tuoi) che, nonostante il basso numero di pagine, ti catapulta all'interno dell'atmosfera pavesiana per eccellenza.
Di primo acchito, salta subito agli occhi, la somiglianza con il romanzo "La bella Estate" forse, il romanzo più bello che abbia mai letto fin'ora. Se, infatti, in quest'ultimo il tema dominante era la tenerezza delle parole e della storia, qui, ritroviamo un quasi "sinonimo" di tale parola: delicatezza. Delicatezza e clima estivo.

Andando per ordine, il libro racconta la storia di questo non meglio precisato "professore" (quasi un alter-ego di Cesare) che, reduce dalla stagione invernale, riscopre il rapporto d'amicizia che in giovane età lo legava con Doro, ora, marito di Clelia. I due, dopo aver riscoperto, su richiesta del neo-marito Doro, i luoghi della loro infanzia, convinco il professore a trascorrere una vacanza con essi, nelle vicinanze di Genova. La storia si svolge tutta su questo filo, e i due personaggi, insieme alla giovane Clelia, vivranno una parte d'Estate insieme, a contatto con altri amici tra cui Guido, giovane uomo che si vergogna della propria amante, Berti, ex allievo del professore, e le due amiche di Clelia: Ginetta e Mara. Il libro insiste sulla particolare relazione tra Doro e Clelia, apparentemente normale ma minata da un retroscena che, usando le stesse parole di Cesare: "non va". Il tutto, in un'atmosfera estiva e delicata, leggera, piacevole come una brezza estiva.

La trama non nasconde vari colpi di scena, e, dall'inizio alla fine, si è sempre trasportati da questo senso piacevole di delicatezza che riesce a far respirare al lettore, l'Estate narrata dall'autore.



E' un libro bello, che sono felice di annoverare tra i miei preferiti e di essere riuscito a leggere (divorare, forse) proprio in questa tiepida primavera siciliana, che, lascia finalmente intravedere, le calde arie dell'Estate. Se posso, mi piacerebbe paragonare questo romanzo a due cose: un dipinto ad acquarello e una bella fumata di pipa; il dipinto perchè esprime la leggerezza di queste pagine ma che, nello stesso tempo, lascia incise sul lettore, quelle atmosfere meravigliosamente pavesiane, mentre, la fumata, la associo al piacere che da in questo periodo, leggere un volume ben scritto con la propria calma e la propria serenità.


Un libro davvero consigliato e che, nel mio archivio di Excel con tutti i miei libri, ha beccato cinque stelline, proprio come lo splendido: "La bella Estate".

Esagero? A voi le considerazioni! Buone letture e.. fumate. :-)

Nessun commento:

Posta un commento