sabato 22 settembre 2012

Intorno al punto

"Cambierà le sue corde, cambierà anche il tuo nome,
e tu aspettalo a primavera nelle sere
d'aprile dove un attimo vale un anno
e il tempo è arrivederci,
dove i sogni sono sogni e i tuoi
occhi certezze,

e ancora le dirai
"ti voglio bene"








"Vorrei fare tutto questo ma ti guardo 
E capisco che tu forse non lo vuoi 
Siamo gente, noi, lontana dal traguardo, 
Siamo lontani dagli errori e dagli eroi "




"e in un'aria che assomiglia già a Hiroshima
eccoci addormentati una mattina
a un punto morto
tra la giovinezza
che ha tanta voglia di sé
e la vita che la disprezza"







"Per questa volta almeno sarò la tua libertà, 
per questa volta almeno solo la tua libertà, 
per questa volta almeno la nostra libertà 
e la piazza calda e dolce di questa città."




Il "punto"  è  un ente geometrico senza dimensione. Il più importante. Solo chi lo mette e lo scrive sa come disegnarlo e che significato fargli assumere. Ma lui da solo non lo può sapere, non ha i mezzi né tanto meno, la volontà di mettere fine a nulla. Spesso le idee dello scrittore non combaciano con quelle del lettore, ma lui se ne infischia; sta là a fissare tutto ciò che lo circonda, fermo, immobile. E' un'entità  che appartiene solo a se stessa. Ha una sua personalità, anche forte, mica come la virgola, ma è capace soltanto di spezzare un discorso, mai di chiuderlo. Per quello servono le parole mancanti; quelle che si sceglie di non mettere. E' un'astrazione, un'irrazionalità, un'invenzione mal riuscita per riordinare le idee di un dialogo. Di un monologo solitario. Proprio come lui.
 Il punto infondo, non esiste

2 commenti:

  1. Sai Ludo, Via col vento è una delle canzoni che ho scoperto solo in tarda età, ma da cui mi sento assolutamente identificato (anche a me sarebbe piaciuto fare il professore alle superiori) :)

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  2. Come darti torto Nico...
    E' un post per una donna questo, penso lo si evinca parecchio. Non mi sento di dire che in quello che mi ha spinto a scrivere ciò, esistano cause ed effetti. Credo piuttosto che l'unica cosa che può c'entrare, è l'insieme di queste canzoni che mi hanno spinto a concludere con quelle quattro parole sul punto. Claudio ad Acitrezza disse: "Ragazzi, ma speriamo non arrivi mai, cosi abbiamo qualcosa da aspettare". Io oggi me lo ripeto pure, e l'altro giorno per il mio compleanno solo in piazza Maggiore, e dopo con Claudio, ho ritrovato delle parole che mi mancavano davvero tanto. Con lui avrei voluto ci fosse anche altro, o altri... Ma è andata così. Le parole rimangono scritte, quelle urlate volano via fortunatamente; e mi auguro sia così anche con lei. Una donna che ho provato a portare via col vento e a cui voglio, come dice Renzo, "ogni volta che cambierò le mie corde, e dove un attimo vale un anno e i sogni sono sogni e il tempo CERTEZZA", dire quello che mi lega ancora con lei, che seppur la semantica ci obbliga a cambiare modo di chiamarlo, io sento e so che sentirò sempre dentro. Perchè, scusa le tante citazioni, come dice anche Claudio, la mia povera rivoluzione sarà quella delle parole, e a calar la testa a questi obblighi non ci stò... Ciao C ciao Nico e scusa l'enorme sfogo che non c'entrava nulla. Un abbraccio!

    Ludovico

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