martedì 11 gennaio 2011

Ciao Fabrizio

Scusa se l'avevo dimenticato, bisbigliò affacciata alla finestra. La condensa aveva innevato i vetri e appannato il davanzale di marmo... Era tutto bianco attorno. La nebbia era calata come per fare un saluto alla Terra. Provò a scattare qualche foto ma il tentativo fu vano.
Prese la chitarra, spense la luce della cucina e con la finestra aperta si appoggiò alla stufa a gas con le gambe che si riscaldavano sotto la gonna; Iniziò ad appoggiare l'unghia al Mi basso, prima una nota, poi un' altra e poi un' altra ancora, tirò un sospiro insieme alla corda del Si. Poggiò la chitarra e si versò un goccio di whiskey nel bicchiere sbagliato, lo assaggiò, con tutti i sensi estranei dal suo corpo.
La vedeva sveglia quella sera quando suonava solo per lei, eppure si sentiva in compagnia anche se gli occhi lucidi e tristi rigavano lo specchio della veranda, mentre in radio passavano la stessa canzone da ormai mezz'ora... Fortunatamente nessuno sapeva che la sapeva suonare, nessuno credeva che potesse emozionare il proprio strumento con le corde dell'inesistente, di quell'inesistente amore spezzato prima che lo conoscesse.
Si era svegliata quella notte mentre arpeggiava con le sue dita lunghi e agili, passionali e fresche, chiare come lo smalto che aveva sulle unghie... Beveva e accese il suo fumo mentre prendendo la sua compagna si lasciava ascoltare dai "tanti rimorsi ma dal nessun rimpianto" che la guardavano da dietro il vetro appannato... Con i vocalizzi si mise a parlare con se stessa, chiuse la tenda, spense la luce e cantò la sua canzone, cantò Lui come Lui aveva fatto davanti al suo quadro prima di assaporare l'essenza del non essere...
Suonare ti toccava per tutta la vita e malgrado finì tutto con un flauto troppo presto spezzato, i ricordi erano tanti, si erano tantissimi, e i rimpianti... Quelli non c'erano, quelli erano lassù, evaporati in una nuvola rossa nella feritoia notturna di quella splendida sera.

Sento il fumo del Tuo Alcool.
Sento il calore del tuo Tabacco.
Bevo e Respiro la Libertà.
Per mille anni ancora. Grazie Fabrizio.

(A) Irene




4 commenti:

  1. Un'Irene dedicata a Fabrizio...wow...grande ludo! :)

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  2. La seconda in realtà, anche se questa è dedicata in modo più esplicito che il vecchio pezzo (dove si impicca il padre)

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  3. ricordo anche l'altro...
    dimentichi forse che li avevo raccolti tutti e impaginati i tuoi racconti su Irene :)

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